In Olanda la net neutrality è legge. E’ la prima volta in Europa.
Un primo atto concreto contro la censura della Rete arriva dai Paesi Bassi che sono il primo Stato europeo a stabilire per legge la cosiddetta neutralità della rete. La proposta di legge presentata lo scorso anno, approvata in via definitiva dal Parlamento olandese, vieta ai service provider di adottare tecniche che impediscono o limitano l’accesso a siti web e l’utilizzo di particolari servizi. In molti paesi, tra cui l’Italia, gli operatori telefonici che forniscono abbonamenti Internet attivano in alcune ore della giornata dei meccanismi di traffic o packet shaping con lo scopo di ridurre la velocità di connessione quando l’utente utilizza determinati servizi, come i software VoIP e P2P.
La nuova legge olandese vieta sia di rallentare la connessione sia di applicare tariffe più alte per usare applicazioni accusate di congestionare le reti a barda larga, con particolare riferimento alle reti mobile. Il concetto di Net neutrality indica la volontà di garantire a tutti i cittadini parità di accesso a qualsiasi contenuto in rete, senza discriminazioni legate al tipo di servizio offerto o al canone pagato. Un principio che fino a pochi anni fa era dato pressoché per scontato, ma che con la crescita del numero di persone connesso a internet e il diffondersi del traffico in mobilità è stato messo sempre più in discussione.
In base alla legge approvata l’altro ieri in Senato, nei Paesi Bassi ai provider non sarà più consentito adottare condotte discriminatorie: promuovere, ad esempio, un proprio servizio di video sharing o di e-mail offrendo tariffe più basse all’utenza in cambio della sua fidelizzazione. In Olanda, l’operatore KPN aveva ammesso in passato di “intercettare” il traffico sulla sua rete, mediante la nota tecnica Deep Packet Inspection (DPI), per raccogliere informazioni sulle applicazioni utilizzate.
La nuova legge consentirà l’analisi del traffico e la diminuzione della velocità solo per questioni di sicurezza e, in ogni caso, dopo aver informato gli utenti. Ovviamente l’operatore telefonico può ancora disconnettere l’abbonato se si verificano determinate condizioni, come il mancato pagamento della fattura o in presenza di reati.
I sostenitori della libertà e della privacy in Rete sperano ora che anche gli altri paesi europei seguano l’esempio dell’Olanda. In Italia, quasi tutti i service provider mettono in atto meccanismi di QoS (Quality of Service). Nonostante manchi una normativa sulla neutralità, gli operatori sono comunque obbligati ad indicare nei contratti la presenza di eventuali restrizioni al traffico, per non incorrere in multe da parte della Autorità Garante della Concorrenza.
Autore: Daniele Chieffi
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