Fotovoltaico: la Germania ha già deciso e ha tagliato gli incentivi
La Germania ha deciso di tagliare gli incentivi al settore fotovoltaico. La concorrenza cinese e la diminuzione del sostegno statale ha causato una catena di fallimenti: Solon, Solar Millenium, Solarhybrid e Q-Cells sono tutti giganti dei pannelli falliti in breve tempo. Per la maggioranza di Angela Merkel è ora che «il settore si regga sulle proprie gambe».
BERLINO – Tre anni fa, nel quartiere orientale di Adlershof, a metà strada tra Berlino e l’aeroporto di Schoenefeld, l’imponente edificio di vetro di Solon, azienda leader nel fotovoltaico, sembrava essere un sinonimo del futuro dell’Est della Germania e dell’intero settore dell’energia pulita. All’interno, grandi spazi aperti, ascensori trasparenti, piante rampicanti che si appoggiavano da un piano all’altro. Ampi loft di lavoro con cucine comuni a vista e un design curato nel dettaglio erano abitati da dipendenti per lo più giovani tra cui prevaleva un’atmosfera informale. Per i non addetti ai lavori, era impossibile immaginare allora che la bancarotta fosse vicina.
Oggi tutto è cambiato. I tagli nel settore del fotovoltaico, così come l’imbattibile concorrenza cinese, hanno innescato una catena di fallimenti che sta inesorabilmente trascinando con sé, uno dopo l’altro, i giganti del fotovoltaico. Prima ancora di Solon era fallita Solar Millenium. Dopo è toccato a Solarhybrid. Oggi è il giorno in cui Q-Cells, azienda di Bitterfeld-Wolfen, nello stato orientale di Sassonia-Anhalt, finisce davanti ai tribunali fallimentari. A farne le spese, sono soprattutto i Länder dell’Est, che sull’energia solare avevano puntato per la loro rinascita. Con Q-Cells se ne vanno 2mila posti di lavoro in una zona economicamente già depressa.
Già lo scorso mese di novembre, in uno studio della banca svizzera Sarsin, Q-Cells era data per spacciata. L’azienda era finita in «una spirale di eccesso di capacità produttiva, caduta dei prezzi e pressioni esterne». Fattori che, secondo lo studio, preannunciavano l’insolvenza. Ora gli esperti credono che l’analisi si possa applicare anche ad altri nel settore. Un produttore di pannelli solari di Oldenburg, Aleo Solar, ha iscritto a bilancio dall’anno scorso numeri in rosso e anche per quest’anno le previsioni sono negative. Il fornitore sassone Roth und Rau ha quadruplicato le sue perdite e la tendenza è confermata per il 2012… E così via.
A peggiorare la situazione è arrivato venerdì sera il voto del Parlamento. Nonostante le pressioni del settore, dell’opposizione di verdi, socialdemocratici e dell’opinione pubblica, che apprezza l’energia solare, la maggioranza di governo ha raccolto i voti sufficienti per anticipare di alcuni mesi e aumentare i tagli alle sovvenzioni che erano già stati preannunciati nel 2010. Le forbici del governo non risparmiano nessuno nella catena del solare: le riduzioni vanno dal 20% per i piccoli utenti al 40 per i grandi impianti.
Il settore ha reagito con indignazione, gridando al complotto. Proprio l’anno scorso, Angela Merkel, con uno spettacolare colpo di timone dopo la catastrofe di Fukushima, aveva deciso l’abbandono progressivo dell’energia atomica con l’intenzione di arrivare in tempi «brevi» a una sostituzione con le energie rinnovabili. Questo processo viene chiamato con una sola parola «Energiewende», svolta energetica. «Nel contesto del cambio energetico è per noi una sorpresa enorme che esattamente in questo momento vengano fatti tagli. L’energia solare è fondamentale in questo processo», spiega Carsten Körnig, presidente dell’associazione tedesca dell’energia solare, in un’intervista con alcuni giornalisti della stampa estera. «La Germania ha giocato nel passato un ruolo di pioniere nell’ambito del mercato del fotovoltaico, anche grazie a un’intelligente politica di finanziamenti», insiste. «Il mercato tedesco costituisce quasi un terzo del mercato mondiale. Questo significa che non solo per le aziende che hanno la loro sede in Germania, ma anche per quelle che esportano verso la Germania, il nostro mercato occupa un ruolo decisivo».
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