Riforma lavoro: la scheda con i principali contenuti
Contratti – Il contratto a tempo indeterminato sarà “dominante” con il rafforzamento dell’apprendistato per l’ingresso nel mercato del lavoro. Saranno penalizzati i contratti a termine (ad esclusione di quelli stagionali o sostitutivi) con un contributo aggiuntivo dell’1,4% da versare per il finanziamento del nuovo sussidio di disoccupazione (oltre all’1,3% attuale). Per i contratti a termine non saranno possibili proroghe oltre i 36 mesi.
Licenziamenti – Il licenziamento discriminatorio è nullo, è come non fosse mai avvenuto per qualunque tipo di impresa. Per i licenziamenti economici è previsto solo un indennizzo da 15 a 27 mensilità. Per i quelli disciplinari è il giudice che decide: o il reintegro, nei casi gravi, o una indennità al massimo di 27 mensilità, tenendo conto dell’anzianità del dipendente allontanato. E’ stata inserita anche una tassa sul licenziamento pari a un mese e mezzo di retribuzione.
Basta a stage gratuiti – Dopo la laurea o dopo un master si va in azienda ma non con uno stage gratuito. Nella riforma del mercato del lavoro c’è l’ atteso contrasto alle dimissioni in bianco (lettere di dimissioni pre-firmate e attivate dall’azienda per licenziare le donne incinta). Il ministero del lavoro finanzierà “la sperimentazione dei congedi di paternità obbligatori”.
Partite Iva – La proposta del governo sulle partite Iva prevede invece l’introduzione del lavoro subordinato dopo 6 mesi, se la prestazione di lavoro è presso un committente.
Ammortizzatori – Il nuovo sistema andrà a regime nel 2017, ma se il nuovo sussidio di disoccupazione (l’Aspi) entrerà in vigore da subito, l’indennità di mobilità (che vale oggi per i licenziamenti collettivi e può durare fino a 48 mesi per gli over 50 del Sud) sarà eliminata definitivamente solo nel 2017. Per il nuovo sistema sono previste risorse aggiuntive per 1,7-1,8 miliardi.
Aspi – L’assicurazione sociale per l’impiego sarà universale, sostituirà l’attuale indennità di disoccupazione. Durerà 12 mesi (18 per gli over 55) e dovrebbe valere il 75% della retribuzione lorda fino a 1.150 euro, e il 25% per la quota superiore a questa cifra, con un tetto di 1.119 euro lordi per il sussidio. Si riduce dopo i primi sei mesi.
Cassa Integrazione – Si mantiene per la cassa ordinaria e la straordinaria con i contributi attuali, ma viene esclusa la causale di chiusura dell’attività (resta possibile solo quando è previsto il rientro in azienda) .
Fondo solidarietà per lavoratori anziani – Sarà pagato dalle aziende e dovrebbe fornire un sussidio al lavoratori anziani che dovessero perdere il lavoro a pochi anni dalla pensione. Sarà su base assicurativa. E’ stato chiesto dai sindacati per fronteggiare l’eliminazione della mobilità.
Fonte: Tg3.rai.it