Solo un Unione politica può rilanciare l’Europa
Il «Corriere della Sera» ha presentato ieri, insieme al tedesco «Die Welt», un appello collettivo di personalità italiane e tedesche preparato in vista del prossimo incontro tra la cancelliera Angela Merkel e il premier Mario Monti, il 13 marzo a Roma. L’appello sottolinea l’urgenza di precisi segnali da parte dei Parlamenti nazionali riguardo alla volontà di procedere verso un’Unione politica europea, senza la quale la ratifica del «Patto di bilancio» sarebbe inefficace. Tra i firmatari, semplici cittadini e rappresentanti del mondo della politica, della cultura e dell’economia come Romano Prodi, Franco Frattini, Gian Enrico Rusconi, Ulrich Beck, Hans-Gert Poettering.
Il Corriere della Sera – 11 marzo 2012
Aumentano le adesioni alla proposta di accompagnare la ratifica del nuovo Patto di bilancio a un’agenda per realizzare un progetto federale
di Paolo Conti
ROMA – Per avere un’Europa forte non bastano i conti in ordine: urge una solida struttura politica. «Abbiamo bisogno di una reale Costituzione in Europa», ha detto ieri il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle a Copenaghen durante il Consiglio informale dei ministri degli Esteri. Il ministro propone di fatto la riapertura di veri e propri negoziati. Secondo fonti diplomatiche tedesche un «piccolo gruppo di ministri» ha concordato un incontro nelle prossime settimane a Berlino per discutere del futuro dell’Europa. Esattamente lo spirito dell’appello pubblicato ieri dal nostro giornale e, in contemporanea, su Die Welt, in vista del vertice italo-tedesco del 13 marzo quando il presidente del Consiglio Mario Monti incontrerà la cancelliere tedesca Angela Merkel. Il documento è stato sottoscritto da, una trentina di personalità italiane (tra loro Giuliano Amato, Franco Frattini, Romano Prodi, Alberto Quadrio Curzio, Franco Bassanini, Andrea Manzella, Antonio Padoa Schioppa) e tedesche (molte vicine ad Angela Merkel): si chiede un impegno comune italo-tedesco per ratificare «nello stesso giorno e prima del Consiglio europeo del 28-29 giugno il cosiddetto fiscal compact» accompagnando però la legge di ratifica «con l’approvazione di una dichiarazione politica per un nuovo passo avanti verso una forte Unione politica con un governo federale e proponendo un metodo e un’agenda per realizzarla». Come si legge nella nota del Consiglio Italiano del Movimento Europeo «nessuna ratifica del “patto fiscale” senza un preciso segnale riguardo alla volontà di procedere verso un’Unione politica europea». Spiega Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio e oggi presidente dell’Enciclopedia Italiana: «Questo appello è importante perché ricostituisce la, sperimentata collaborazione italo-tedesca nel far compiere i passi avanti necessari all’integrazione politica europea. E sempre con questo appello si dimostra che in Germania non si pensa solo alla disciplina fiscale ma si ha la lungimiranza di riflettere anche sulla maggiore integrazione politica e sulla più robusta democrazia europea che la stessa disciplina fiscale comune porta con sé». Aggiunge Dieter Spóri, presidente dell’Ebe, il Movimento Europeo Tedesco: «I rischi della crisi finanziaria per l’Europa sono enormi ma i pericoli rappresentati da una caduta di fiducia verso l’Unione sarebbero ancora maggiori». Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo Italiano: «E’ venuto il momento di riaprire il cantiere della riforma dell’Unione europea indicando un progetto, un metodo e un’agenda». Concorda un’altra firmataria, Emma Bonino, vicepresidente del Senato: «Vorrei tradurre semplicemente il senso dell’appello. Siamo pronti a trangugiare le misure economiche necessarie ma se non si procede verso un’autentica unione politica e un vero governo federale, quindi una più autentica democrazia rappresentativa, non si va da nessuna parte. Mi sembra molto importante anche perché è stato sottoscritto da molti politici tedeschi vicini ad Angela Merkel. Nessuno pensa a un Superstato europeo ma a una federazione di Stati che metta in comune, oltre all’economia, alla moneta e al sistema fiscale, almeno gli Esteri, la Difesa e la Ricerca». Ha firmato anche il filosofo Giacomo Marramao: «L’appello serve soprattutto a indicare in modo amichevole ma anche vigoroso alla Germania che non si può uscire dallo stallo economico con la sola logica della quadratura dei conti senza innescare un circolo virtuoso tra una qualificazione politica dell’Unione, finora mancata, e una capacità di incentivare la crescita e lo sviluppo. Scopo che non si può raggiungere solo ricorrendo a una mera contabilità».